Nel mondo occidentale le malattie cardiovascolari risultano le principali cause di morte e la loro prevalenza, unita alla loro morbilità, rappresentano una sfida costante per il Sistema Sanitario dei nostri paesi. Vari fattori rendono particolarmente problematico l'approccio diagnostico-terapeutico allo scompenso cardiaco; esso rappresenta una patologia la cui evoluzione è spesso caratterizzata da fasi stabili, fasi di lenta progressione e fasi di brusca instabilità. Queste ultime condizionano un allarmante incremento delle ospedalizzazioni, spesso prolungate, che aggravano ulteriormente la spesa sanitaria. È emerso chiaramente che terapie non farmacologiche e preventive devono affiancarsi alla terapia farmacologica nella gestione complessiva del paziente scompensato e di quello ancora asintomatico, ma con disfunzione ventricolare sx avanzata. A questo proposito sono stati proposti diversi modelli assistenziali di tipo domiciliare caratterizzati da tentativi di integrazione e sinergia tra ospedale e territorio. La costante presenza della comorbilità e la possibile compromissione multiorgano rendono spesso necessario l'intervento di più specialisti ed un approccio terapeutico diversificato. Nel Convegno, inoltre, si parlerà di Fibrillazione Atriale la cui frequenza e prevalenza aumenta progressivamente con l'età. Nel paziente "geriatrico" risulta essere tra le aritmie di più facile riscontro. Tale turba del ritmo, come noto, ha un elevato rischio emboligeno a livello cerebrale. L'ictus cardio-embolico rappresenta infatti una patologia di rilevane frequenza e gravità anche in rapporto al marcato decadimento della qualità di vita. La presenza di comorbilità, come lo scompenso, cardiaco, aggrava ancor di più il rischio emboligeno. Da anni sono presenti opzioni terapeutiche di tipo interventistico i cui risultati, a medio termine, possono essere considerati buoni/ottimi secondo le varie casistiche. Le prime ore di una sindrome coronarica acuta è la principale causa di decesso nei paesi industrializzati, e non solo. Anche i paesi in via di sviluppo come l'India stanno raggiungendo elevati livelli di mortalità per S.C.A. (una volta ne erano esenti). Conoscere e modificare lo stile di vitae i fattori di rischio appare una opportunità per salvaguardare e migliorare la vita dei pazienti ed evitare un aumento delle spese sanitarie in Italia come in Europa. È dunque fondamentale l'inquadramento diagnostico di un dolore toracico al fine di rendere il tempo di intervento, se dolore di origine cardiaca, il più breve possibile; in tal maniera si possono avviare prontamente le terapie anche di ordine interventismo per il miglioramento della sopravvivenza. Ora, la morte cardiaca improvvisa che riconosce nella ischemia/necrosi miocardica la causa di più frequente riscontro, si può appalesare anche in ragazzi, atleti professionisti. In queste popolazioni di giovane età il riscontro autoptico può mostrare malformazioni anatomiche, molto raramente danni coronarici. E comunque qualora si avveri l'evento fatale, laddove il tradizionale riscontro autoptico non è dirimente, d'obbligo si dovrebbe procedere all'autopsia molecolare, invero molta raramente eseguita. Ecco, quindi, gli sforzi tesi all'identificazione dei soggetti a rischio di aritmie fatali siano essi giovani, atleti, adulti, anziani. Talvolta, e sembra essere un paradosso, è l'attento/accurato utilizzo di una metodica ultracentenaria può essere di notevole ausilio nella identificazione dei soggetti a rischio che necessitano di ulteriori, e dispendiose, procedure diagnostiche.