Le malattie cardiovascolari rappresentano le principali cause di decessi (e di ospedalizzazioni) tutt'oggi in Italia. Il ruolo del cardiologo risulta centrale per realizzare quel ponte clinico, logistico, diagnostico e decisionale che serve a collegare il paziente, partendo dal medico di medicina generale, fino a portarlo a figure ultra specialistiche che possono risolvere le sue, più o meno, complesse problematiche. L'integrazione tra lo specialista cardiologo ed il medico di medicina generale può ridurre significativamente l'impatto sociale, economico, culturale ed umano verso malattie "vecchie e nuove" che ancora oggi sono alla base di tutto l'universo delle malattie cardiovascolari. Tra quest'ultime, l'IPERTENSIONE ARTERIOSA rappresenta uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare, per cui la scelta del trattamento antiipertensivo più appropriato è un momento di grande responsabilità per il medico di famiglia. Per una scelta ragionata della terapia, è necessario fenotipizzare il paziente iperteso in base alle caratteristiche cliniche e alle eventuali concomitanti controindicazioni e questo compito deve essere svolto dal MMG con la massima accuratezza, in quanto si tratta di scelte di elevato impatto clinico ed economico. La perdita di brevetto di gran parte degli antiipertensivi presenti in commercio ha aperto nuove opportunità per una prescrizione ragionata, che possa consentire di raggiungere l'obiettivo primario del contenimento dei valori pressori e del rischio cardiovascolare globale del paziente. Per adeguarsi ai criteri di appropriatezza prescrittiva il medico deve osservare le indicazioni e le limitazioni prescrittive delle schede tecniche delle varie specialità farmaceutiche.