Con il termine Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ci si riferisce ad una precisa categoria diagnostica di disturbi evolutivi, neurobiologici, geneticamente determinati, relativi all’apprendimento della lettura e/o della scrittura e/o grafia e/o del calcolo. Per sviluppare un apprendimento alcune aree della corteccia cerebrale coinvolte in tali processi devono funzionare correttamente, altrimenti si manifestano delle difficoltà. Sulla base del tipo di deficit funzionale vengono distinte diverse condizioni cliniche afferenti a disturbi specifici ad esempio come: • disturbo specifico della lettura o dislessia • disturbo specifico della scrittura o disortografia • disturbo specifico delle abilità aritmetiche o discalculia. L’incidenza di questi disturbi è stimabile mediamente attorno al 3-4% a seconda dell’età. I Disturbi Evolutivi Specifici dell’Apprendimento (DSA) costituiscono un’area di interesse clinico nella quale si è realizzato negli ultimi trent’anni un importante avanzamento delle conoscenze grazie ai numerosi contributi derivati dalla ricerca scientifica e dall’affinamento delle tecniche di indagine diagnostica. Nel 2007 viene delineata in Italia, nell’ambito della Consensous Conference, una definizione comune dei Disturbi Evolutivi Specifici dell’Apprendimento che è riferita ai soli disturbi delle abilità scolastiche, i criteri diagnostici, la loro eziologia, le procedure di indagine, i segni precoci con evoluzione e prognosi, l’epidemiologia, la comorbilità e il trattamento. Prenderemo spunto da queste indicazioni diagnostico-operative e dalla normativa di riferimento (es. L. 170/2010) per approfondire la tematica dei DSA e lo stato dell’arte su di essi.